L’antagonista dell’alfa-4-integrina, Natalizumab, nel trattamento della sclerosi multipla
Natalizumab, un antagonista dell’alfa-4-integrina, è un farmaco dotato di un nuovo meccanismo d’azione per il trattamento della sclerosi multipla.
In uno studio di fase III, AFFIRM, la monoterapia con Natalizumab 300mg per via endovenosa ogni 4 settimane ha ridotto il rischio di progressione della disabilità del 42% e la percentuale annualizzata di recidiva del 68% nell’arco di 2 anni ( entrambi p < 0.001 versus placebo ).
Natalizumab è stato approvato nel novembre 2004, ritirato dal commercio negli USA nel 2005 per il presentarsi di 3 casi di leucoenfefalopatia multifocale progressiva, e riammesso in commercio dopo parere favorevole dell’FDA ( Food and Drug Administration ).
L’impiego di Natalizumab è riservato ai pazienti con inadeguata risposta, o non tollerabilità, ad altri trattamenti della sclerosi multipla.
I più comuni effetti indesiderati associati a Natalizumab comprendono: cefalea, stanchezza, infezioni del tratto urinario, depressione, infezioni respiratorie del tratto inferiore, dolore articolare e disturbo addominale.
Gravi infezioni si sono presentate nel 2,1% dei pazienti trattati con Natalizumab contro l’1,3% di quelli che hanno ricevuto placebo.
Le gravi infezioni comprendevano infezioni di natura batterica, come polmonite ed infezioni del tratto urinario, che hanno risposto al trattamento con antibiotici.
L’impiego del Natalizumab è risultato associato a reazioni d’ipersensibilità, che si sono presentate con un’incidenza inferiore all’1% dei pazienti.
O’Connor P, Expert Opin Biol Ther 2007; 7: 123-136
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