Cancro alla prostata, Xtandi migliora la sopravvivenza


L'AIFA ha approvato l’utilizzo di Xtandi ( Enzalutamide ) nei pazienti con tumore alla prostata metastatico resistente alla terapia ormonale non-sottoposti a chemioterapia.

Lo studio PREVAIL condotto sull’efficacia della pre-chemioterapia orale hanno evidenziato un aspetto incoraggiante legato a un miglioramento della sopravvivenza globale, un buon profilo di sicurezza e tollerabilità con effetti collaterali scarsi, rispetto ai pazienti trattati con placebo.

Enzalutamide è risultato anche efficace nel ridurre il rischio di fratture e compressioni del midollo spinale, nei pazienti con metastasi ossee.

Enzalutamide è in grado di inibire in maniera potente il recettore degli androgeni, che è alla base della crescita del tumore prostatico, bloccando i diversi passaggi messi in moto dal recettore.
Inibendo l'effetto del testosterone si riesce a rallentare il decorso della malattia e ad allungare sensibilmente le aspettative di sopravvivenza.

Nel solo 2015 in Italia sono state 35.000 le nuove diagnosi di tumore alla prostata; il 40% dei pazienti sviluppa metastasi.

Molto spesso, ad influire in modo negativo sulla cura del tumore, è una diagnosi tardiva dovuta alla natura stessa della neoplasia.
Questo tumore si sviluppa e cresce nella parte più periferica della ghiandola prostatica, il cosiddetto mantello, e non dà sintomi precisi se non dopo che è cresciuto ed ha infiltrato la capsula. ( Xagena_2016 )

Fonte: AIFA, 2016

Xagena_Medicina_2016