Leucemia linfatica cronica trattata con Ibrutinib: studi CAPTIVATE e RESONATE-2


Due studi clinici sono stati presentati nel corso del Congresso Annuale dell'ASCO ( Società Americana di Oncologia Clinica ) riguardo al trattamento della leucemia linfatica cronica con Ibrutinib ( Imbruvica ).

CAPTIVATE, uno studio di fase 2 su pazienti con leucemia linfatica cronica con trattamento a durata fissa di Ibrutinib più Venetoclax, ha mostrato che il 95% dei pazienti trattati sopravvivono liberi da progressione della malattia dopo 2 anni, andando incontro a importanti remissioni.

Dai risultati a lungo termine dello studio RESONATE-2, che ha seguito i pazienti fino a 7 anni, sono emersi benefici in termini di sopravvivenza a lungo termine e un profilo di sicurezza consolidato della monoterapia con Ibrutinib per i pazienti con leucemia linfatica cronica.

Ibrutinib è stato il primo inibitore della Bruton tirosin-chinasi ( BTK ) ad essere approvato nell'Unione Europea. È stato anche il primo inibitore di BTK a essere stato studiato in un trattamento con regime combinato a durata fissa.

I risultati positivi dello studio CAPTIVATE hanno dimostrato il potenziale della terapia con Ibrutinib più Venetoclax, grazie a un meccanismo d'azione complementare, nell’indurre risposte profonde in combinazione a durata fissa una volta al giorno, regime che può essere somministrato in ambulatorio per i pazienti più giovani e in buona salute.

I risultati di RESONATE-2, infine, hanno supportato ulteriormente il beneficio a lungo termine della monoterapia con Ibrutinib in prima linea nei pazienti con leucemia linfatica cronica.

Ibrutinib è attivo contro i linfociti B cancerogeni, un tipo di globuli bianchi. Agisce bloccando l'enzima BTK, che favorisce la sopravvivenza dei linfociti B e la loro migrazione verso gli organi in cui normalmente queste cellule si dividono. Bloccando BTK, Ibrutinib riduce la sopravvivenza e la migrazione dei linfociti B, ritardando in tal modo la progressione del cancro.

Le reazioni avverse più comuni di Ibrutinib ( che possono riguardare più di 1 persona su 5 ) sono diarrea, neutropenia ( bassi livelli dei neutrofili ), dolore muscoloscheletrico, emorragia, eruzione cutanea, nausea, dolore articolare, infezioni del naso e della gola e trombocitopenia ( bassa conta delle piastrine ).

Le reazioni avverse più gravi ( che possono riguardare più di 1 persona su 20 ) sono neutropenia,trombocitopenia, linfocitosi ( alti livelli di linfociti ), pressione del sangue elevata e infezione polmonare.

L’erba di San Giovanni ( un rimedio erboristico usato contro la depressione e l’ansia ) non deve essere usata nei pazienti trattati con Ibrutinib. ( Xagena_2021 )

Fonte: American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) 2021 Annual Meeting

Xagena_Medicina_2021