CCSVI nei pazienti con sclerosi multipla: sicurezza del trattamento endovascolare


L’insufficienza venosa cerebrovascolare cronica ( CCSVI ) è caratterizzata da difficoltà per le vene cervicali e toraciche di drenare in modo efficace il sangue del sistema nervoso centrale a causa di stenosi combinate delle principali vie di drenaggio venoso, tra cui le vene giugulari interne e la vena azygos.
Secondo recenti studi la CCSVI sarebbe strettamente associata alla sclerosi multipla.

Uno studio, coordinato da Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara, ha valutato la sicurezza del trattamento endovascolare della CCSVI e la sua influenza sull’outcome clinico della sclerosi multipla associata.
Lo studio ha riguardato 65 pazienti consecutivi con insufficienza venosa cerebrovascolare cronica, di cui 35 affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente, 20 con sclerosi progressiva secondaria e 10 con sclerosi primaria progressiva.
Questi pazienti sono stati sottoposti ad angioplastica transluminale percutanea.

Il periodo medio di follw-up è stato di 1.5 anni.

Il trattamento endovascolare dell’insufficienza venosa cerebrovascolare cronica in ambiente ambulatoriale è risultato fattibile, con complicanze minori e trascurabili, ed ha migliorato in modo significativo le misure di esito clinico della sclerosi multipla, soprattutto tra i pazienti con forma recidivante-remittente: la percentuale di pazienti liberi da recidiva è passato dal 27% al 50% dopo l’intervento ( p<0.001 ) e le lesioni captanti il Gadolinio dal 50% al 12% ( p<0.0001 ).

I punteggi alla scala MSFC ( Multiple Sclerosis Functional Composite ), che valuta la disabilità, sono migliorati ad 1 anno in modo significativo nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente ( p<0.008 ), ma non nella sclerosi progressiva primaria o progressiva secondaria.

La qualità di vita fisica è migliorata in modo significativa nei pazienti con forma recidivante-remittente ( p<0.01 ) e nei pazienti con progressione primaria ( p<0.03 ), con una tendenza positiva nella progressiva secondaria ( p<0.08 ).

La qualità di vita mentale è migliorata in modo significativo nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente ( p<0.003 ) e nella sclerosi primaria progressiva ( p<0.01 ), ma non nella secondaria progressiva.

In conclusione, l’angioplastica transluminale percutanea dei restringimenti venosi nei pazienti con insufficienza venosa cerebrovascolare cronica è sicura, e produce miglioramenti soprattutto nei pazienti con forma recidivante-remittente di sclerosi multipla.
L’incidenza di ristenosi risulta elevata nelle vene giugulari interne ( tasso di pervietà:vene giugulari interne: 53%; vene azygos: 96%; odds ratio, OR=16; p<0.0001 ). ( Xagena_2009 )

Fonte: Journal of Vascular Surgery, 2009