Denosumab superiore all’Acido Zoledronico nel ridurre gli eventi correlati all’apparato scheletrico nel carcinoma mammario avanzato


Denosumab riduce il rischio di gravi complicanze a livello osseo del 23%, tra i pazienti con tumore mammario in fase avanzata, rispetto all’Acido Zoledronico ( Zometa ).

Uno studio di fase III ha valutato l’incidenza di gravi complicanze ossee o eventi correlati all’apparato scheletrico tra 2.046 pazienti.

Nel corso dello studio la tossicità renale si è presentata nel 4.9% dei pazienti trattati con Denosumab e nell’8.5% di quelli che avevano ricevuto Acido Zoledronico.
L’osteonecrosi della mandibola è stata riscontrata nel 2% dei pazienti nel gruppo Denosumab e nell’1.4% di quelli nel gruppo Zometa.
L’incidenza di nuovi tumori primari è stata dello 0.5% in entrambi i gruppi.

Il tempo alla progressione della malattia o la sopravvivenza totale non sono risultati differenti tra i gruppi di trattamento.

Nell’ottobre 2009 l’FDA ( Food and Drug Administration ) ha ritardato l’approvazione di Denosumab come trattamento dell’osteoporosi nelle donne in postmenopausa, richiedendo maggiori dati di sicurezza.

Denosumab ( Prolia ) è un anticorpo monoclonale che ha come target RANKL ( ligando RANK ), una proteina che agisce come primo segnale nel processo di attivazione degli osteoclasti.

Fonte: Amgen, 2009

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