Osteoporosi: l’impiego per più di 5 anni di bifosfonati aumenta il rischio di fratture ossee atipiche


I bifosfonati, una classe di farmaci ampiamente impiegata nell’osteoporosi, sono associati a un raro, ma grave tipo di frattura.
Sono stati infatti riportati casi di frattura femorale atipica nei pazienti trattati con bifosfonati, generalmente per periodi superiori a 5 anni.

Secondo l’FDA ( Food and Drug Administration ) non è chiaro se i bifosfonati siano la causa di queste fratture; pertanto, al momento, l’Agenzia per il controllo dei farmaci degli Stati Uniti, non è in grado di fare raccomandazioni.

Rimane da chiarire per quanto tempo questi farmaci debbano essere impiegati, se è possibile creare finestre di non-assunzione, o se sia opportuno interrompere il trattamento in caso di miglioramento della densità ossea.

Attualmente sono 300 le segnalazioni di fratture atipiche del femore pervenute all’FDA, ma il fenomeno è sottostimato.

Secondo alcuni Ricercatori i bifosfonati causerebbero fragilità ossea nel lungo periodo, rendendo le ossa più suscettibili alle fratture.

Il primo bifosfonato ad essere commercializzato è stato l’Alendronato ( Fosamax ) nel 1995.

L’FDA ha raccomandato ai medici di verificare, con periodicità, nei pazienti in trattamento da più di 5 anni la necessità di continuare la terapia con i bifosfonati.

Fonte: FDA, 2010

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